Un Trauma Psicologico è un’intensa reazione psicologica d’impotenza, di paura intensa o di orrore conseguente all'essere stati parte di un evento che ha implicato morte, minaccia di morte, gravi lesioni o comunque una minaccia all'integrità fisica propria o di altre persone.
Il Trauma psicologico può essere Acuto - in questo caso i segni del trauma sono immediati e si parla di Disturbo Acuto da Stress.
Altre volte i segni di un trauma psicologico si possono manifestare a distanza di settimane o mesi e in questo caso si parla di Disturbo Post Traumatico da Stress.
Nell'immediato i primi segni sono un senso di stordimento, confusione, ottundimento emotivo. A questi spesso si associano fenomeni molto comuni quali la depersonalizzazione e la derealizzazione. La depersonalizzazione è l’esperienza di sentirsi distaccato da sè, come un osservatore esterno dei propri processi mentali o del proprio corpo.
Insieme alla depersonalizzazione può manifestarsi anche la derealizzazione, ossia la sensazione che il mondo esterno sia strano o irreale. Si può percepire una alterazione strana e perturbante della misura o della forma degli oggetti, e le persone possono apparire non familiari o meccanizzate così da perdere il senso della realtà del mondo esterno. Può succedere di avere la sensazione che l’ambiente circostante sembri irreale.
A distanza di alcuni giorni qualora non avvenga il normale processo di elaborazione cerebrale del trauma, possono presentarsi sintomi quali:
• Sintomi corporei come aumento o abbassamento della pressione, vertigini, nausea, senso di svenimento, confusione, agitazione, sudorazione, aumento della pressione e della frequenza cardiaca anche a riposo, maggiore suscettibilità agli stimoli imprevisti, insonnia ecc;
• Rievocazione dell’evento attraverso ricordi, sogni o sensazioni corporee;
• Tentativi di evitare stimoli associati all'evento traumatico;
• Apatia rispetto ciò che prima suscitava interesse;
• Ipervigilanza, difficoltà ad addormentarsi ed esagerate risposte d’allarme anche di fronte a stimoli minimi.
L'EMDR è un approccio specifico incaricato di risolvere il ”Disturbo Post Traumatico da Stress” focalizzandosi sul ricordo dell’esperienza traumatica, su i vissuti ad essa relativi.
L’EMDR è una metodologia completa che utilizza i movimenti oculari o altre forme di stimolazione alternata destro/sinistra per trattare disturbi legati direttamente a esperienze traumatiche o particolarmente stressanti dal punto di vista emotivo.
Approfondimenti sul sito http://emdr.it/
Domenica Berruti
Psicologicamente...Informazione e aggiornamenti sulla psiche e sulla mente. Un percorso di psicoterapia richiede la volontà di guardare in noi stessi, di guardarci in rapporto con gli altri, di rimetterci in discussione, di accettare il cambiamento
martedì 11 ottobre 2016
mercoledì 20 marzo 2013
Anche i bambini hanno paura dell'azzardo
Quando si tratta di scegliere in situazioni di azzardo, anche per i bambini la possibilità di una perdita ha molto più peso di un potenziale guadagno. L'osservazione di questo fenomeno psicologico - detto "avversione alla perdita" - già dall'età di cinque anni conferma l'ipotesi che la propensione alla prudenza sia stata cablata nel cervello umano dalla selezione naturale, che di fronte a un rischio privilegia la sopravvivenza ai benefici immediati.
www.lescienze.it, articolo del 10 gennaio 2013
www.lescienze.it, articolo del 10 gennaio 2013
venerdì 15 febbraio 2013
CONSULENZA DI COPPIA
E'attivo un servizio di consulenza che si rivolge alla coppia con l'obiettivo di analizzare i punti nodali della crisi e affrontare un percorso di comprensione e gestione della stessa.
Trattamento delle "Nuove Dipendenze"
Le Nuove Dipendenze o New Addictions comprendono tutte quelle nuove forme di dipendenza in cui non è implicato l'intervento di alcuna sostanza chimica.Tra le New Addictions: dipendenza dal Gioco d'Azzardo, da Internet, dallo Shopping, dal Lavoro, e dalle Relazioni Affettive.
Per la maggior parte delle persone queste attività rappresentano parte integrante del normale svolgimento della vita quotidiana, ma per alcuni individui possono assumere caratteristiche patologiche, fino a provocare gravissime conseguenze.
Il sottile confine tra stato di coscienza e incoscienza
Identificato il segnale che indica il passaggio da uno stato di coscienza a uno di incoscienza. Si tratta dell'emergere di un'attività cerebrale regolare caratterizzata da un'oscillazione tra un massimo e un minimo nelle diverse aree, che però non sono fra loro sincronizzate e non riescono quindi a comunicare. Mentre l'attività elettrica nel cervello cosciente è apparentemente disorganizzata e non mostra evidenti schemi regolari, nel momento in cui i soggetti perdono conoscenza, l’attività cerebrale inizia a mostrare oscillazioni regolari tra stati di attivazione e disattivazione.
Questi periodi ‘silenziosi’ dell’attività cerebrale si verificano in tempi diversi nelle differenti regioni del cervello, quindi la comunicazione tra le regioni è interrotta.
Art. del 6/11/2012 su: "www.lescienze.it"
venerdì 5 ottobre 2012
QUANDO LO STRESS SI TRASFORMA IN DEPRESSIONE
A livello cerebrale il principale ormone dello stress agisce su una regione che fa da interfaccia fra i circuiti dei sistemi limbico, cognitivo e motorio - il nucleo accumbens - potenziando l'azione della dopamina e stimolando la spinta motivazionale. Se però l'ormone supera un livello di guardia, il nucleo accumbens smette di rispondere, come se fosse "saltato un fusibile", e difficoltà e sfide diventano ostacoli insormontabili. La risposta allo stress, che si sviluppa lungo l'asse ipotalamo-ipofisi-surrene, inizia con il rilascio di un neuropeptide, il fattore di rilascio della corticotropina (CRF). Esperimenti successivi hanno mostrato che nel nucleo accumbens normalmente il CFR potenzia il rilascio di dopammina, facilitando la tendenza a sviluppare spinte motivazionali e legami sociali. Nel caso di un grave e/o prolungato stress, invece, questa capacità del fattore di rilascio della corticotropina appare completamente abolita.
Articolo completo su www.lescienze.it - 20 Settembre 2012
domenica 2 settembre 2012
La mente impara anche nel sonno
Durante il sonno, l'organismo ha una diminuita capacità di reagire agli stimoli esterni. Ora però un nuovo studio ha dimostrato che anche mentre stiamo dormendo la mente attiva meccanismi di apprendimento inconsci, grazie ai quali si formano nuove associazioni tra suoni e odori che permangono anche durante la veglia senza che il soggetto ne sia consapevole. Infatti il sonno non consente soltanto di consolidare i ricordi di eventi vissuti durante la veglia, sma anche di formare nuove associazioni tra sensazioni acquisite con organi di senso diversi.
Per articolo completo: www.lescienze.it
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